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Working out of poverty

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Per analizzare le esperienze di inclusione sociale, nell’ambito del progetto strategico di ricerca dell’Università Cattolica, il programma “Working out of poverty: accompanying the poor to become dignified agents of their development”, ha permesso di realizzare un’indagine su 52 progetti della Caritas Italiana del biennio 2019-2020, finanziati prevalentemente con fondi 8×1000 della Chiesa Cattolica. L’obiettivo principale dei progetti è proprio l’accompagnamento all’uscita dallo stato di povertà e, in particolare, il reinserimento lavorativo. 

L’Università Cattolica, in collaborazione con Caritas Italiana, ha raccolto i dati dei progetti per indagare quali siano le tipologie di destinatari, l’outcome e la condizione dei beneficiari al termine del progetto, le risorse impiegate, la rete di soggetti pubblici/privati attivata e il ruolo dell’accompagnamento nei percorsi di uscita dal disagio.

Le iniziative analizzate sono state rivolte a 2.574 persone per un numero medio di 50 beneficiari per progetto, mediamente di età giovane (il 48,7% al di sotto dei 35 anni), di cui i due terzi di cittadinanza italiana, con diversificate situazioni di disagio: dalla povertà economica (66%) alla condizione di rifugiato/richiedente asilo (11%), dai senza dimora e detenuti/ex detenuti (8%) a persone con situazioni pregresse di dipendenza da sostanze o gioco. È da sottolineare come circa 400 destinatari abbiano registrato condizioni cumulate di disagio, con la povertà economica che si associa spesso a sofferenza psichica o ex detenzione o tratta.

Gli interventi hanno coinvolto circa 15 operatori per progetto (tra operatori professionali e volontari) con una spesa totale per utente pari a 10 mila euro e circa 170 mila per progetto. Inoltre la rete dei soggetti pubblici/privati coinvolta è costituita da 23-24 soggetti in media, soprattutto parrocchie, ma anche Comuni (collaborazione con i servizi sociali territoriali in primis) e aziende con cui promuovere l’inserimento lavorativo.

Su un totale di 2.574 destinatari totali dei 52 progetti esaminati, 1.920 sono coloro che hanno migliorato la propria condizione alla fine del progetto (74,6%) e tra questi 878 hanno raggiunto un relativo stato di “autonomia di vita” (34,1%) secondo la definizione adottata.

Il dato dell’indipendenza raggiunta da oltre un terzo dei destinatari appare un risultato molto positivo che mostra l’efficacia di questi progetti di accompagnamento e inclusione sociale destinati a persone che per vari motivi si trovano in difficoltà, in particolare attraverso la responsabilizzazione personale e il reinserimento nel mondo del lavoro. 

L’analisi di efficacia dei progetti di inclusione sociale considerati è importante ma va sempre sottolineato, come ricorda papa Francesco nella “Fratelli tutti” – nel paragrafo “Più fecondità che risultati” (195) –, che “non sempre si tratta di ottenere grandi risultati, che a volte non sono possibili… se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita”.

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